ARCHEODROMO DI POGGIO IMPERIALE A POGGIBONSI (SI): un villaggio al tempo di Carlo Magno.
Sulla collina di
Poggio Imperiale a Poggibonsi
(SI), racchiuso dalle fortificazioni cinquecentesche volute da
Lorenzo il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo, è un parco archeologico molto particolare: l'Archeodromo di Poggio Imperiale, un vero e proprio museo a cielo aperto. Qui tra distese di erba e resti di antichi insediamenti, immerso in un panorama incredibile, "rivive" un villaggio altomedievale.
Noi lo abbiamo
visitato questa primavera in compagnia di un'amichetta. Per puro caso Sofia
da giorni mi tempestava di domande su Carlo Magno, ne aveva sentito parlare ed
era rimasta colpita dal nome buffo del padre, dall' essere incoronato
imperatore da un papa con un nome di un animale feroce, secondo lei poco adatto
ad un papa, e magia… proprio la notte di Natale!
Essendo capitati per caso a Poggibonsi ci siamo chiesti: perché non visitarlo? Inoltre I'ingresso è completamente gratuito. Così siamo andati e non ce ne siamo pentiti!
Nel villaggio si cucina, si maneggiano le armi e soprattutto si lavora, perché questa era una piccola comunità completamente autosufficiente e tutto ciò di cui necessitava veniva prodotto dai suoi abitanti, dal cibo ai vestiti, dagli attrezzi alle armi.
Teupala coltiva la terra, produce gli oggetti in cuoio che servono alla comunità di villaggio.
Dal 1993 l'intera
area della collina è oggetto di scavo da parte dell'insegnamento di Archeologia
Medievale dell'Università di Siena. La zona era già popolata a partire dal VI sec. in forma di piccolo nucleo rurale, divenendo un vero e proprio villaggio tra il IX e X sec. Ma la cosa particolare è che accanto agli scavi gli archeologi stanno ricostruendo a
grandezza naturale un
villaggio del periodo carolingio (IX-X secolo), l’epoca di
Carlo Magno, lo stesso villaggio altomedievale rinvenuto lì vicino, a pochi
metri.
Essendo capitati per caso a Poggibonsi ci siamo chiesti: perché non visitarlo? Inoltre I'ingresso è completamente gratuito. Così siamo andati e non ce ne siamo pentiti!
Cosa è un archeodromo.
Gli archeopark, o
archeodromi, sono nati nei paesi scandinavi per avvicinare i bambini, anche i
più piccoli, alla storia e all’archeologia. In essi infatti la storia si
trasforma nella vita quotidiana raccontata da uomini e donne in carne ed ossa.
Sono realtà complesse da mantenere, che richiedono sacrifici e
passione. Ed è proprio la passione di questi archeologi ciò che mi ha
colpita più di tutto, il modo in cui cercano di trasmetterla ai visitatori
piccoli e meno piccoli, perché la visita si è rivelata interessante anche per
noi genitori. Questo breve post vuol essere infatti un ringraziamento a tutti coloro
che sacrificano del tempo libero per regalare queste bellissime
esperienze a tanti bambini.
L'Archeodromo di
Poggio Imperiale.
L'Archeodromo di
Poggio Imperiale è una ricostruzione
in progress delle 17 strutture scoperte nello scavo del
villaggio carolingio vicino, quindi destinata a crescere nel tempo. Il
progetto è iniziato nel 2014 e sulla base degli scavi ad oggi sono state
ricostruite: la grande
abitazione del dominus (signore) del villaggio, una capanna contadina con pollaio, la forgia del fabbro, il forno della ceramica, i pagliai, l'orto e il granaio. La vita
nel villaggio era incentrata infatti sullo sfruttamento agricolo dei terreni
circostanti e sull'allevamento.
Ogni domenica
pomeriggio il villaggio prende vita ed è possibile conoscere i sui antichi
abitanti intenti nei mestieri e nelle attività quotidiane. Gli abitanti sono
volontari, sono in gran parte gli archeologi stessi calati nei panni di quei
personaggi che hanno riportato alla luce lì accanto, dimostrazione concreta
della loro passione e della volontà di far vivere al pubblico quello stesso
sito che stanno scavando lì vicino.
La grande abitazione
del dominus è ricostruita nei dettagli: c’è la dispensa con il lardo appeso,
c’è la cucina con il grande fuoco, ci sono i letti sul soppalco, le pelli, le
stuoie, le armi pronte ad essere impugnate ed il corno da suonare.
Nel villaggio si cucina, si maneggiano le armi e soprattutto si lavora, perché questa era una piccola comunità completamente autosufficiente e tutto ciò di cui necessitava veniva prodotto dai suoi abitanti, dal cibo ai vestiti, dagli attrezzi alle armi.
Ogni
abitante ha un nome e all'interno del villaggio svolge un ruolo ben preciso
(attestato dallo scavo). Sono ben 23 e ve li presento uno ad
uno così come li troverete, in maniera più dettagliata, sul sito del parco.
Razo è il dominus del
villaggio e un grande guerriero. E' un cavaliere Franco, viene dal Nord,
le terre gli sono state donate dal re in cambio dei suoi servigi come
cavaliere.Teupala coltiva la terra, produce gli oggetti in cuoio che servono alla comunità di villaggio.
Odone e Coco sono i figli di
Teupala.
Johannes è il falegname del villaggio.
Johannes è il falegname del villaggio.
Bodo è un contadino ma si
occupa anche del fuoco nella grande casa del dominus Razo.
Ermentrude, sposata con Bodo, è
specializzata nella tintura, abile cucitrice, conoscitrice di spezie ed erbe.
Wido e Gerberto sono i figli di Bodo
e Ermentrude.
Garipaldo
si occupa della cucina.
Urso è il servo
prediletto del dominus Razo, responsabile delle sue armi e dell'illuminazione
della grande capanna.
Lupola,
sorella di Razo, da giovane ha studiato in convento, rimasta vedova ha scelto
di vivere nella casa del fratello ed aiutarlo a gestire la sua proprietà.
Gottefredo è il saggio del
villaggio.
Ursa, abile sarta, tesse
con il telaio verticale davanti al focolare della grande capanna. E' dotata di
una voce formidabile.
Sperandeo, privo di fissa
dimora, accolto nel villaggio cerca di rendersi utile in tutti i modi
possibili.
Rainulfus e Bledo sono fabbri.
Producono lame di coltello, frecce e punte di lancia per il dominus Razo ma
anche attrezzi per i contadini. Bledo, figlio illegittimo di Razo e grande
esperto di armi e tecniche militari, in assenza del dominus si occupa di
organizzare la difesa del villaggio in caso di pericolo.
Bonula passa le giornate
intenta a filare.
Ansipertu, grande amico del
dominus Razo, fa il monetiere a Lucca.
Foldard coltiva i campi
insieme a Teupa.
Ava e Gisalprando, signori del vicino
villaggio di Staggia, sono spesso in visita al dominus Razo.
Magiolo, di origini laziali,
è un prete della zona molto goloso e ogni volta che arriva nel villaggio, Razo
ordina immediatamente di chiudere a chiave la dispensa.
Non sempre sono tutti
presenti contemporaneamente nel villaggio, alternandosi a seconda dei giorni,
ma la loro partecipazione è certa in occasione di eventi speciali quindi
conviene informarsi contattando direttamente gli organizzatori, oppure
controllando sul sito o sulla pagina Facebook.
Noi abbiamo
conosciuto
Garipaldo, l'addetto
alla cucina: famose le "focacce" di cui tutti gli
abitanti del villaggio vanno ghiotti e il suo "vino concio", molto
apprezzato anche dagli ospiti e dai visitatori. Garipaldo, in realtà
archeologo, ci ha guidati alla visita del villaggio, mostrandoci i vari
ambienti, spiegandoci i gesti e i lavori che quotidianamente vi svolgevano gli
abitanti.
“Il villaggio ruotava
intorno ad una grande capanna (longhouse), in cui viveva il signore. Da qui
partiva una strada in terra battuta affiancata da un edificio per la
macellazione e da altre capanne; inoltre era circondata da un grande granaio e
da un’area artigianale con una fornace per ceramica e una forgia da ferro. A
breve distanza uno spazio aperto con grandi contenitori infissi nel terreno,
alcuni steccati ed una concimaia mostrano i resti delle attività quotidiane
della popolazione…”
Garipaldo ci ha parlato anche delle campagne di scavo, del lavoro dell'archeologo, e di come da semplici tracce nel terreno, quali ad esempio i segni lasciati dai pali, siano in grado di ricostruire capanne ricche di particolari.
L'Archeodromo di Poggibonsi è l'esempio concreto di un'archeologia che si fa viva e coinvolge i bambini facendoli interagire con un passato ricostruito scientificamente.
La visita non solo
aiuta i bambini a comprendere meglio la storia ma fornisce loro un approccio
diverso a questa materia, attraverso il gioco e l'esperienza diretta.
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