Risalendo con i bambini l'ORRIDO DI BOTRI (LU)

BAGNI DI LUCCA (LU)
Canyon mozzafiato, acque gelide, natura incontaminata e compagnia fantastica: questi gli ingredienti della nostra escursione di ieri all’Orrido di Botri.
L’ Orrido di Botri è un profondo canyon con ripide pareti alte fino a 200 metri, una gola spettacolare che si inserisce in un contesto ambientale unico, con montagne che sfiorano i 2.000 metri di altitudine.
Siamo nel comune di Bagni di Lucca, nell'alta val Fegana, alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze, dove i torrenti Mariana e Ribellino, che si congiungono poi formando il Rio Pelago, nel corso del tempo hanno scavato in profondità la pietra calcarea, creando il più profondo solco della Toscana.
Per preservare la bellezza di questo luogo nel 1971 è stata istituita la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri che si estende per circa 286 ettari.
Nel periodo estivo, quando la portata delle acque del Rio Pelago è minore e la temperatura più mite, è possibile risalirne il tratto finale, da Ponte a Gaio fino alla Piscina.
Ieri lo abbiamo fatto anche noi, in compagnia di alcuni amici, un gruppo ormai collaudato in quanto ad esperienze sui fiumi. 
BAGNI DI LUCCA (LU)
 
La visita
La Riserva è gestita dal reparto Carabinieri Biodiversità di Lucca ed è aperta tutti i giorni dal 15 giugno al 15 settembre con orario 9.00-18.00.
L'ingresso è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione perché l'accesso è limitato a 200 persone al mattino e 100 al pomeriggio.
Due le modalità di visita: libera o guidata.
Nel primo caso basta la prenotazione telefonica al centro accoglienza dell'Orrido di Botri, nel secondo occorre l'iscrizione on-line sul sito di una delle tante guide ambientali che effettuano escursioni all'Orrido di Botri, c'è l'imbarazzo della scelta. In fondo al post troverete tutti i riferimenti.
Noi abbiamo scelto la visita libera perché volevamo fare il percorso seguendo i nostri tempi… un po' lenti. La durata totale escursione è di 4 ore circa, 2 all'andata e 2 al ritorno, mentre noi ci abbiamo impiegato ben 5 ore e mezzo in totale, fra soste, foto, chiacchere e risate.
La visita parte da Ponte a Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il centro accoglienza del CFS e la biglietteria.   
Tutte le escursioni, con o senza guida, devono essere registrate presso il centro affinché sia nota in ogni momento la situazione delle presenze.
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Firmata la liberatoria di responsabilità, una per gruppo, ci vengono fornite una cartina del percorso e una breve spiegazione sul comportamento da seguire all'interno della Riserva, dopodiché ad ogni partecipante viene consegnato gratuitamente il casco protettivo. Per ogni gruppo viene chiesto un documento che verrà trattenuto, per motivi di sicurezza, fino al termine dell’escursione.

Norme di comportamento
All'interno del canyon è obbligatorio indossare il casco protettivo e scarpe da trekking o da ginnastica con suola non liscia.
E’ proibito allontanarsi dagli itinerari autorizzati, fare il bagno  e consumare il pranzo al sacco. 
E’ vietato l’ingresso ai minori di 4 anni e sconsigliato alle donne in gravidanza.
Nella Riserva sono vietate tutte le attività che possano compromettere la salvaguardia dell'ambiente, incluso l'accesso ai cani ed altri animali, fare pic-nic e fumare.

Adesso siamo pronti per partire!
Fatti pochi passi dal centro visita un cancello ci indica l'ingresso all'Orrido, si scendono alcuni gradini e si entra nel letto del Rio Pelago.
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Nel primissimo tratto si può camminare sia all'asciutto che dentro l'acqua. Non resisto ed entro subito con le scarpe nel torrente, anche per evitare di scivolare, mentre c'è chi cammina esclusivamente sui sassi fuori dall'acqua e chi entra ed esce continuamente.
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Lungo il percorso dei numeri indicano le varie stazioni: sono un utile riferimento per chi effettua l'escursione, ma diventano un riferimento indispensabile in caso di soccorso.
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Alla GUADINA, a circa 30 minuti da Ponte a Gaio, nei pressi della stazione 5, è il primo restringimento dell'alveo e qui siamo tutti obbligati ad attraversare il torrente immersi nell'acqua fino alle ginocchia.
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Dopo poco, alle PRIGIONI, c’è il secondo restringimento dell'alveo, anche questo da percorrere dentro l'acqua, sempre fino alle ginocchia.
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Alla fine delle Prigioni inizia il cosiddetto Solco Grande.
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A circa 80 minuti da Ponte a Gaio incontriamo il SALTO DEI BECCHI, un piccolo dislivello dell'alveo che scendiamo con l'aiuto di una corda a mo' di alpinisti alle prime armi. 
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Da questo punto il percorso diventa ancora più impegnativo ma anche più suggestivo, con marmitte, cascate e pareti che sembrano toccare il cielo.
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Si cammina dentro l'acqua e su sassi scivolosi, in alcuni tratti aggrappati a corde fisse sui lati del Rio.
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Dopo due ore, per noi diventate tre a causa di continue pause e foto, finalmente si arriva alla PISCINA. Se non fosse per il divieto e per la temperatura dell’acqua, verrebbe veramente voglia di fare un bagno.
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Questo è il termine della nostro percorso perché da qui inizia quello alpinistico vero e proprio da fare solo con specifiche autorizzazioni e in compagnia di guide esperte. 
Dopo una breve sosta e qualche foto si ritorna a Ponte a Gaio facendo a ritroso il medesimo percorso, questa volta però a passo più spedito.

L’escursione nel complesso non è difficile ma è necessario muoversi con attenzione sulle rocce bagnate perché è facile cadere e farsi male. 
Per noi fortunatamente il percorso si è concluso senza grandi problemi. I ragazzi, tutti sportivi e quindi ben allenati, sono sempre stati qualche passo avanti al resto del gruppo. Sofia, la più piccola del gruppo, con mia grande sorpresa ha superato egregiamente ogni difficoltà, anche se talvolta con l'aiuto del babbo. 
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L’escursione è consigliata ai bambini di almeno 8/10 anni, in quanto devono essere in grado di muoversi e camminare autonomamente nel letto del torrente senza dover essere presi per mano, eccetto ovviamente nei punti più impervi.
Una cosa da tenere presente durante il tragitto: se all’andata i bambini si lasciano trascinare dall’entusiasmo al ritorno spesso vengono assaliti dalla stanchezza.
Altro aspetto positivo della visita libera: trattandosi di un percorso a/r non è necessario arrivare alla Piscina, ogni gruppo può decidere autonomamente dove arrivare in base alle proprie capacità e grado di resistenza.
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Un territorio accidentato ed impervio, un percorso un po' faticoso da percorrere ma anche un luogo di suggestiva bellezza.
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La Riserva Naturale dell’Orrido di Botri oltre ad essere un luogo unico è un concentrato di biodiversità: secondo una stratificazione verticale, dal basso verso l’alto, dalle zone più umide e fredde a quelle più temperate e asciutte, troviamo muschi e felci sostituiti mano a mano che si sale dall'aquilegia, il silene, il faggio, il carpino nero, l'orniello, il leccio, l'acero, il salice, il tiglio selvatico e il maggiociondolo. Numerose le specie botaniche rare come la pinguicola, una piccola pianta insettivora, simile ad una orchidea dai fiori violacei con foglie ovali viscose sulle quali i piccoli insetti una volta posati rimangono incollati per venire poi, a poco a poco, digeriti.
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La Riserva si trova inoltre al centro di un’oasi di protezione della fauna di circa 2000 ettari istituita nel 1993 dalla Provincia di Lucca. Quindi è un ambiente ottimale per numerose specie animali quali: lupi, caprioli, daini, lepri, scoiattoli, marmotte, volpi, puzzole, istrici e capre selvatiche, oltre a moltissime altre specie di uccelli, prima fra tutte l’Aquila reale, che qui ancora nidifica ed è ormai divenuta il simbolo della riserva.    

Note:
L'accesso è a discrezione dei Carabinieri  responsabili della sicurezza. In caso di allerta giallo (Eventi circoscritti, anche intensi, di difficile localizzazione e previsione temporale) l’accesso non sarà consentito e la visita annullata.
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Consigli:
Portare dietro uno zainetto leggero con: acqua, tavolette di cioccolata o barrette, felpa o giacca impermeabile per i tratti più freschi e umidi.
Portare anche un ricambio completo da lasciare in auto.

Ricordate che nell'intera area dell'Orrido di Botri non c'è copertura telefonica mobile.
A Ponte a Gaio, proprio di fronte centro accoglienza, c'è il bar ristorante "Il Nido dell'Aquila" dove si può mangiare o fare uno spuntino ai tavoli fra gli alberi. Il locale inoltre mette a disposizione dei visitatori della Riserva i propri servizi igienici. 

https://www.facebook.com/marcella.ilnidodellaquila

Per chi invece volesse pernottare dentro la Riserva, proprio accanto all'ingresso all'Orrido c'è la Casa Vacanze da Lory.

http://dalory.xoom.it/index.htm

Per maggiori informazioni e prenotazione visita libera:

Centro accoglienza
Riserva Naturale Orrido di Botri
Località Ponte a Gaio, 11
55022 Montefegatesi, Bagni di Lucca LU

Come raggiungere la Riserva:L’itinerario più agevole, sicuramente il seguente: si procede sulla SS12 del Brennero fino a Fornoli, da qui SR445 in direzione Calavorno, quindi la SP56 che risale la Val Fegana in direzione Tereglio e prima del paese si prende la deviazione per Ponte a Gaio - Orrido di Botri. E’ una strada stretta e tortuosa ma completamente asfaltata.
In alternativa si può passare da Bagni di Lucca, arrivare a Montefegatesi e da qui ridiscendere fino alla località di Ponte a Gaio ma la strada è meno comoda e in parte non sfaltata.  
 

 

 



 

 

 

 



 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

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